i giri dell’acqua

Venerdì 1 aprile 2022

 

 

L’itinerario

 

 

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L’anello dell’acqua

percorso  di circa 17 km

Partenza

Punto di ritrovo alla torre dell’acqua alta 33 metri, costruita nel dopoguerra negli anni ’50 ha funzionato come acquedotto fino al 2012 quando è diventata una torre panoramica da cui ammirare  le montagne fiorentine e della Vallombrosa, più lontano le vette pistoiesi e i territori pisani, naturalmente le colline chiantigiane e i borghi senesi.  Si trova nel punto più alto del paese ed è situata vicino all’antico Monastero ora delle Clarisse di Santa Chiara e prima abitato dai Frati francescani. La  chiesa  si deve alla donazione di un ricco mercante del ‘400 Castruccio  che già aveva ospitato direttamente in casa sua i frati e aveva contribuito alla costruzione della Chiesa del Suffragio.
All’interno del Refettorio del Monastero sappiamo che  possiamo ammirare un bel Cenacolo di un pittore cinquecentesco che sullo sfondo ha riprodotto la veduta di San Casciano che vediamo cinto da mura, perché  questo nostro paese era   in un punto strategico, sulla strada che collegava Firenze a Siena e collegava anche Pisa e il Chianti.
Ci furono delle scorrerie nel 1300, ce ne  furono 3 e Firenze intervenne per aiutare San Casciano. Alla fine le mura furono smantellate perché non servivano più.

Inizio del cammino

Ci incamminiamo verso il Colle d’Agnola e percorriamo  la strada a cui lati vi sono bei casolari restaurati e campi di vigneti e uliveti, fino ad inoltrarci in una vera e propria vigna le cui zolle di fango dovute alla pioggia pazza del giorno prima si sono attaccate alle nostre suole delle scarpe come zavorre pesantissime. Lì abbiamo fatto considerazioni riguardo alla vegetazione quasi assente e alla pendenza del terreno, notando che non c’erano muretti a secco (oggi sono dichiarati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO)  per trattenere l’acqua che invece quando  piove corre nella linea di massima pendenza erodendo il  suolo, provocando dissesti idrogeologici; infatti la vigna è una copertura non assorbente, mentre il bosco trattiene trasversalmente l’acqua.
Nella valle sottostante osserviamo infrastrutture create dall’uomo che sono passibili di alluvioni.

Arriviamo al Ponterotto, dopo aver percorso una via vicinale, e proseguiamo verso  La Botte…

…fino a raggiungere l’impianto  di depurazione in fase di completamento (entrerà in funzione l’anno prossimo). Qui un tecnico di Publiacqua ci spiega il funzionamento: questo depuratore tratta le acque che vengono dal capoluogo. Le acque reflue, ovvero quelle di scarico, i liquami senza depuratore se ne vanno al fiume inquinando e facendo morire i pesci  perché l’ossigeno viene consumato dai batteri invece che da loro.

 

Questo processo di decomposizione che avviene naturalmente in acqua viene replicato nelle grandi vasche del depuratore attraverso un fango attivo che poi viene decantato, cioè separare due liquidi che si fa grazie alla sedimentazione . Una parte di questo fango che aumenta sempre più deve essere estratto all’interno di un digestore dove si autodistrugge e dopo essere stato disidratato viene smaltito. L’acqua depurata non è comunque potabile.

Continuiamo allontanandoci  di poco dalla Botte…

…dove vediamo una pescaia, una sorta di spiazzo, che ha la funzione di far diminuire la forza dell’acqua, e raggiungiamo l’impianto di potabilità dell’acqua. Questo impianto in realtà serve a rifornire Mercatale, mentre San Casciano viene rifornito da Firenze. L’acqua proviene da 12 pozzi con acqua della Pesa, viene filtrata con un trattamento a sabbia, ma visto che è pura il trattamento si limita a questo.Alla fine viene aggiunto il cloro per il buon sapore.

Lasciamo l’impianto e torniamo verso il Ponterotto per prendere la via lungo la Pesa,

dove ci soffermiamo a vedere i cosiddetti Canyons scavati dal fiume che ogni volta fa cambiare il paesaggio: notiamo le stratificazioni di argilla delle pareti del Canyon.È ora di mangiare e ci accampiamo lì vicino rilassandoci e addentando con soddisfazione i nostri panini.

Riprendiamo il cammino per un po’ fino a svoltare verso via di Mucciana…

…dove poco dopo incontriamo il vecchio rudere di un mulino che sicuramente aveva vicino il suo  canale d’acqua ora cancellato dal tempo e veniamo a sapere che lì  si lavorava il grano e c’era una produzione di bachi da seta e quindi una produzione tessile fino a 500 anni fa.

La via di Mucciana è molto ripida e ci impegna un tantino il respiro: finalmente giungiamo alla Villa del Poggiale, bellissimo resort, e ad attenderci troviamo la Protezione civile che ci aiuta ad attraversare la strada per raggiungere Cetinella, una ombrosa strada in discesa che porta alla valle sotto il crinale di Pisignano. Ultima fatica, risalire la scarpata per raggiungere la strada in direzione dell’azienda agricola”la Bruscola”. Finalmente siamo sulla terra asciutta e da questo momento cominciano i saluti.

L’anello dell’acqua

percorso  di circa 17 km

Partenza

Punto di ritrovo alla torre dell’acqua alta 33 metri, costruita nel dopoguerra negli anni ’50 ha funzionato come acquedotto fino al 2012 quando è diventata una torre panoramica da cui ammirare  le montagne fiorentine e della Vallombrosa, più lontano le vette pistoiesi e i territori pisani, naturalmente le colline chiantigiane e i borghi senesi.  Si trova nel punto più alto del paese ed è situata vicino all’antico Monastero ora delle Clarisse di Santa Chiara e prima abitato dai Frati francescani. La  chiesa  si deve alla donazione di un ricco mercante del ‘400 Castruccio  che già aveva ospitato direttamente in casa sua i frati e aveva contribuito alla costruzione della Chiesa del Suffragio.
All’interno del Refettorio del Monastero sappiamo che  possiamo ammirare un bel Cenacolo di un pittore cinquecentesco che sullo sfondo ha riprodotto la veduta di San Casciano che vediamo cinto da mura, perché  questo nostro paese era   in un punto strategico, sulla strada che collegava Firenze a Siena e collegava anche Pisa e il Chianti.
Ci furono delle scorrerie nel 1300, ce ne  furono 3 e Firenze intervenne per aiutare San Casciano. Alla fine le mura furono smantellate perché non servivano più.

Inizio del cammino

Ci incamminiamo verso il Colle d’Agnola e percorriamo  la strada a cui lati vi sono bei casolari restaurati e campi di vigneti e uliveti, fino ad inoltrarci in una vera e propria vigna le cui zolle di fango dovute alla pioggia pazza del giorno prima si sono attaccate alle nostre suole delle scarpe come zavorre pesantissime. Lì abbiamo fatto considerazioni riguardo alla vegetazione quasi assente e alla pendenza del terreno, notando che non c’erano muretti a secco (oggi sono dichiarati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO)  per trattenere l’acqua che invece quando  piove corre nella linea di massima pendenza erodendo il  suolo, provocando dissesti idrogeologici; infatti la vigna è una copertura non assorbente, mentre il bosco trattiene trasversalmente l’acqua.
Nella valle sottostante osserviamo infrastrutture create dall’uomo che sono passibili di alluvioni.

Arriviamo al Ponterotto, dopo aver percorso una via vicinale, e proseguiamo verso  La Botte…

…fino a raggiungere l’impianto  di depurazione in fase di completamento (entrerà in funzione l’anno prossimo). Qui un tecnico di Publiacqua ci spiega il funzionamento: questo depuratore tratta le acque che vengono dal capoluogo. Le acque reflue, ovvero quelle di scarico, i liquami senza depuratore se ne vanno al fiume inquinando e facendo morire i pesci  perché l’ossigeno viene consumato dai batteri invece che da loro.
Questo processo di decomposizione che avviene naturalmente in acqua viene replicato nelle grandi vasche del depuratore attraverso un fango attivo che poi viene decantato, cioè separare due liquidi che si fa grazie alla sedimentazione . Una parte di questo fango che aumenta sempre più deve essere estratto all’interno di un digestore dove si autodistrugge e dopo essere stato disidratato viene smaltito. L’acqua depurata non è comunque potabile.

Continuiamo allontanandoci  di poco dalla Botte…

…dove vediamo una pescaia, una sorta di spiazzo, che ha la funzione di far diminuire la forza dell’acqua, e raggiungiamo l’impianto di potabilità dell’acqua. Questo impianto in realtà serve a rifornire Mercatale, mentre San Casciano viene rifornito da Firenze. L’acqua proviene da 12 pozzi con acqua della Pesa, viene filtrata con un trattamento a sabbia, ma visto che è pura il trattamento si limita a questo.Alla fine viene aggiunto il cloro per il buon sapore.

Lasciamo l’impianto e torniamo verso il Ponterotto per prendere la via lungo la Pesa,

dove ci soffermiamo a vedere i cosiddetti Canyons scavati dal fiume che ogni volta fa cambiare il paesaggio: notiamo le stratificazioni di argilla delle pareti del Canyon.È ora di mangiare e ci accampiamo lì vicino rilassandoci e addentando con soddisfazione i nostri panini.

Riprendiamo il cammino per un po’ fino a svoltare verso via di Mucciana…

…dove poco dopo incontriamo il vecchio rudere di un mulino che sicuramente aveva vicino il suo  canale d’acqua ora cancellato dal tempo e veniamo a sapere che lì  si lavorava il grano e c’era una produzione di bachi da seta e quindi una produzione tessile fino a 500 anni fa.

La via di Mucciana è molto ripida e ci impegna un tantino il respiro: finalmente giungiamo alla Villa del Poggiale, bellissimo resort, e ad attenderci troviamo la Protezione civile che ci aiuta ad attraversare la strada per raggiungere Cetinella, una ombrosa strada in discesa che porta alla valle sotto il crinale di Pisignano. Ultima fatica, risalire la scarpata per raggiungere la strada in direzione dell’azienda agricola”la Bruscola”. Finalmente siamo sulla terra asciutta e da questo momento cominciano i saluti.

Foto

Video

Il racconto del ciclo dell’acqua

I nostri racconti

Tappa 1

La Torre dell’Acqua

Tappa 2

Dal Colle D’agnola a Ponte Rotto

Tappa 3

Dal Ponterotto alla Botte

Tappa 4

Lungo la Pesa Il Canyon

Tappa 5

Dal Canyon a Pisignano